IoT in medicina: analisi predittive e monitoraggio in tempo reale
Secondo il rapporto dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico 'Ageing: Debate the Issues" nel 2050, in circa 2/3 dei paesi OCSE, almeno una persona su quattro avrà più di 65 anni. Non solo, più della metà degli over 65 soffre di patologie croniche, che aumentano superati i 75 anni. La popolazione invecchia e così aumenta la spesa sanitaria pubblica, in particolare i servizi di lunga assistenza, come le cure domiciliari di tipo sanitario e socio-sanitario destinate ai pazienti cronici. La soluzione per rendere sostenibili i costi della sanità pubblica? Investire sulle tecnologie digitali, come i sistemi IoT per la medicina. Una scelta che, per esempio in Italia, potrebbe far risparmiare fino 6,9 miliardi di euro all'anno mantenendo invariati i servizi (fonte Forumpa.it)
Un beneficio economico, ma anche sociale, perchè i pazienti con malattie croniche potrebbero seguire le terapie da casa e in autonomia, monitorati in tempo reale dai sistemi IoT. Inoltre, i megadati acquisiti dai singoli sensori, integrati con quelli provenienti da ospedali e cliniche, potrebbero essere usati per condurre analisi predittive sull'insorgenza futura delle patologie croniche: cardiopatie, ictus, diabete, tumori, disturbi respiratori cronici.
Smart Health e controllo a distanza dei pazienti
L'avvento dell'Internet of Things nella sanità (Smart Health), rispetto ad altri settori, è ancora agli inizi, ma una volta entrato a regime porterà una rivoluzione sia nella diagnostica che nella telemedicina. Con quest'ultima si intende 'l'erogazione di servizi sanitari, quando la distanza è un fattore critico, per cui è necessario usare, da parte degli operatori, le tecnologie dell'informazione e delle telecomunicazioni al fine di scambiare informazioni utili alla diagnosi, al trattamento ed alla prevenzione delle malattie e per garantire un'informazione continua agli erogatori di prestazioni sanitarie e supportare la ricerca e la valutazione della cura" (OMS, 1997).
Il paziente con una patologia cronica potrà seguire le terapie da casa: dovrà solo usare dei weareable devices semplici da indossare, come orologi e braccialetti, dotati di sensori IoT che misurano i parametri vitali, registrano le variazioni ed inviano un allarme in caso di emergenza. Un software ricorderà al paziente di prendere le medicine e sulla base dei dati acquisiti, consiglierà comportamenti e buone pratiche per evitare problemi di salute più gravi e interventi d'urgenza.
Quindi, i pazienti potranno seguire le terapie domiciliari in autonomia e non dovranno affrontare i rischi e i disagi del trasporto in ospedale, se non quando strettamente necessario.
In termini economici significherebbe una notevole riduzione dei costi a carico del sistema sanitario: meno spostamenti in ambulanza, meno controlli di routine in ambulatorio, ottimizzazione delle spese per visite specialistiche...
Big Data e analisi predittive: più informazioni per il singolo medico e per il sistema sanitario nazionale
I Big Data raccolti dal sistema IoT sono preziosi sia per il singolo medico, che potrebbe finalmente accedere a informazioni dettagliate e in tempo reale sullo stato di salute del paziente in cura 'da casa", sia per il servizio sanitario nel suo complesso, che potrebbe controllare in modo preciso la diffusione delle malattie croniche e costruire banche dati centralizzate per condurre studi epidemiologici e statistici.
Grazie al Machine Learning, l'integrazione fra le informazioni registrate dai sensori IoT indossati dai pazienti con quelle provenienti da ospedali, cliniche, case farmaceutiche e assicurazioni, permetterebbe di creare dei modelli previsionali sull'incidenza delle malattie sulla popolazione.
IoT in medicina: la situazione italiana
L'e-health (sanità digitale) potrebbe rivelarsi la soluzione per i problemi che ci attendono nel prossimo futuro: una popolazione sempre più anziana e soggetta a malattie croniche, un costo insostenibile per la sanità pubblica. Questo implicherebbe una decentralizzazione dell'assistenza (capillare sul territorio e domiciliare) e la possibilità di integrare tutte le informazioni in un unico database nazionale.
Tuttavia siamo ancora lontani da questa possibilità. In Italia i sistemi informativi sono frammentati (diversi da Regione a Regione, da azienda a azienda) e così anche il livello di digitalizzazione della sanità locale.
Di qui il 'Patto per la sanità digitale' che, fra le altre cose, dovrebbe uniformare i sistemi informativi e porre le basi per lo sviluppo di una nuova sanità pubblica, più trasparente ed efficiente.